RIAPRE IL VIGORELLI, DOPO QUATTORDICI ANNI LA PRIMA GARA.

Tra gli inviti ad eventi che ogni giorno ricevo dai social network, circa tre settimane fa, uno in particolare colpisce la mia attenzione. Il nome dell’evento è breve quanto interessante: VIGO CROSS, inviato dal COMITATO VELODROMO VIGORELLI. 

Rimango stupito dalla notizia che dopo quattordici anni il Vigorelli di Milano tornerà a rivivere. L’evento prevede un’insolita corsa di Ciclocross Singlespeed con degli ostacoli artificiali, che passerà solo per pochi metri sulla classica pista.

E’ sabato sedici maggio, Dario passa da me, carichiamo tutto in macchina e partiamo alla volta del Vigo. E’ una giornata calda e umida. Arriviamo nei pressi del Velodromo e troviamo facilmente parcheggio, scarichiamo i mezzi e pedaliamo verso l’ingresso. Varchiamo il portone in ferro e siamo subito colpiti dal profumo del celebre abete rosso dei listelli che compongono la tanto amata, ma in parte dimenticata pista.

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Silenziosi ed assorti ammiriamo la bellezza della ‘’Scala del ciclismo Milanese.’’ Le emozioni che sono passate nei tanti anni di attività sono palpabili, siamo in autentico abbraccio tra storia e mito. Scorrono rapide nei mie pensieri le immagini sbiadite dei grandi campioni che in questo luogo hanno trovato terreno ideale per mostrare le proprie qualità. La parte centrale della pista è stata con gli anni trasformata in un campo di football, dove ora sono in corso le premiazioni di una gara di bici dedicata ai più piccoli.

Andiamo verso la zona allestita dagli organizzatori per lasciare gli zaini e salutare gli amici che sono arrivati prima di noi. Sono circa le 18:00, dopo aver ritirato il pettorale e aver pagato la quota che comprende un’ottima birra e l’assicurazione per ogni concorrente, ci viene comunicato in quale batteria saremo. Siamo circa quaranta, divisi in cinque gruppi, io partirò con il terzo.

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Poco dopo, Cauz, figura di spicco del Comitato Vigorelli ci guida attraverso gli ostacoli del percorso di gara. La partenza avverrà dal tunnel che accede ai servizi sotto il velodromo. Si correrà a piedi per circa dieci metri; dopo aver superato pochi gradini, si raggiungeranno le bici poggiate a terra. Saltati in sella affronteremo una serie di curve piuttosto veloci sul campo sintetico, taglieremo la vecchia pista, oltrepassandola verso l’uscita; curva secca a sinistra e subito giù dalla bici per risalire alcuni scalini, si scende dalla parte opposta a fianco del portone in ferro. Si risalirà in bici per costeggiare rapidi l’esterno del Velodromo, sorpassando agilmente dei vecchi copertoni per poi saltare dei bancali. A seguire una chicane ci proietterà nella parte più emozionante del tracciato, l’ingresso al Velodromo, dove un piccolo dislivello farà saltare la ruota posteriore in un tornante secco a sinistra in contropendenza, al limite della stabilità della bici. Qui le nostre gomme poggeranno sull’adorato legno della vecchia pista, poi un’altra serie di curve sul campo ci porterà all’arrivo. Torniamo in zona box, l’allestimento è ottimo, si gode di buona musica, cibo a prezzi popolari. Il buon ed inflessibile Daniele di Officine Sfera fascetta i cambi delle bici non Singlespeed. Dopo i vari ed immancabili commenti sulle bici parcheggiate ovunque, il clima race inizia a scaldarsi…

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La prima batteria si prepara allo start! Pochi secondi e via! Partiti! E’ subito bagarre, i ciclisti disegnano curve ai limiti della traiettoria più veloce, dovranno percorrere dieci giri. Approfitto per scattare alcune foto sull’intero tracciato. I primi tre che passano sull’arrivo sono in ordine: Guidali, Biganzoli e Borella, che accedono direttamente alla finale.

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Rapidi si passa alla seconda manche, dove diversi amici si sfidano col coltello tra i denti. Scatto alcune foto alla zona delle scale notando la fatica nei volti degli atleti. Nella seconda batteria passano Locatelli, D’anna e Gazzaniga.

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La tensione sale, la prossima manche sarà la mia! Scendiamo le scale e ci prepariamo alla partenza, mentre Cauz chiama all’appello, dopo pochi secondi si parte a tutta! Via! Uno di noi scivola risalendo le scale, scarto il malcapitato e mi lancio verso la bici, la agguanto mentre di corsa affronto la prima curva, salto in sella e parto bene, esco dal Vigo in terza posizione. Cerco di spingere forte sui pedali respirando a pieni polmoni, lo scenario è unico. Al terzo giro passo secondo e tengo bene col mio unico rapporto, 36×16. Al quinto, Monetta che mi precede cade sul parquet in cattivo stato , lo passo sulla contropendenza e conduco la gara per tre interi giri. Spingo al massimo, le gambe girano bene ma sono al limite col respiro, ho il cuore in gola. Al nono giro Monetta mi riprende, ha un passo poco più rapido del mio, ma sufficiente per tenermi a trenta metri fino al traguardo. Chiudo secondo, il terzo è Brancaloni. Sudato e stanco riprendo fiato, mi stendo sul prato finto scambiando battute con gli avversari/amici. Bevendo una birra mi godo a bordo pista le sfide avvincenti e senza esclusioni di colpi! Nella quarta manche passano Pirotto, Tommasi e Calabrò. Nella quinta Pietripaoli, Colombo e Paganoni. Da segnalare la bagarre entusiasmante tra Cimetta e Tommasi.

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Torniamo ai box per circa mezz’ora, bevo e mangio qualcosa per recuperare energie. I quindici che con caparbia hanno conquistato la finalissima si apprestano a raggiungere la partenza nel tunnel sottoscala. Siamo tutti amici sebbene nei prossimi dodici giri la sana competizione avrà la meglio! Rapido appello e si parte! Via!

Oltrepasso a due a due i gradini, scatto a recuperare la bici e rapido monto in sella, fuori dal Vigo sono quinto, nel tempo di tre giri fatico a vedere il primo, gli altri invece mi precedono di poco, sono i tre agonisti e il grande Loca. Cerco di limare il più possibile gli ostacoli e gli spazi nelle curve, l’atmosfera è divertente quanto severa. Al quinto giro Killer Biga mi supera, ha una pedalata agile ma progressiva. Il sesto, il settimo e l’ottavo giro scorrono veloci. Al nono giro sento il fiato di Borella sulla ruota posteriore, cedo sotto gli artigli di uno specialista come lui, si accomodi Monsieur, mentre sfilo alla sua destra. Al decimo giro le scale diventano coltellate ai quadricipiti, perdo un po di lucidità ma cerco di rimanere concentrato con una guida precisa e veloce, sono a tutta. Spremo le ultimissime energie e nemmeno mi accorgo di essere al last lap. Suona la campanella, mi alzo sui pedali senza pensare, l’erba finta crea un attrito micidiale, sguscio fuori dal Vigo e affronto la scala manco fosse il K2. Balzo in sella e spingo a fuoco, mi giro e non vedo nessuno, salto i pallet e via, passo la chicane ed entro nel Vigorelli per l’ultima tornata. Mi sembra di sentire le urla e gli incitamenti del pubblico di un tempo sugli spalti, le immagini sono in bianco e nero. Sul traguardo tutti applaudono tutti, sono felice e decisamente stanco, sudato.

Mi sdraio a stella sul prato con gli occhi al cielo in un luogo unico, assieme a delle persone speciali in una giornata da incorniciare.

Torniamo ai box per le premiazioni e brindare a questo spettacolo, con la certezza che ogni presente sia parte di un sogno che lentamente prende forma.

Viva il Vigorelli!

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I primi dieci sul traguardo: 

1° Claudio Pirotto, 2° Gabriele Guidali, 3° Davide Monetta, 4° Marco Locatelli, 5° Enrico Biganzoli, 6° Fabrizio Borella, 7° Emanuele Barbaro, 8° Federico Tommasi, 9° Dario Colombo, 10° Matteo Pietripaoli

Grazie a:

COMITATO VELODROMO VIGORELLI, CASBAH CICLOCLUB, OFFICINE SFERA, UPCYCLE MILANO BIKE CAFE’, BIRRA PLURALE, BIKE E BODY BIOMECCANICA, LA STAZIONE DELLE BICICLETTE, ROSSIGNOLI, VELOCICLISTA.

Sedici maggio duemilaquindici…la storia continua….

Emanuele Barbaro

p.s. la foto di gruppo è di Naoto, la mia sul prato di Granciclismo e le altre mie.

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